Sistema antieffrazione e classi di resistenza

Un sistema antieffrazione efficace è fondamentale per garantire la sicurezza nelle nostre abitazioni. Pur rappresentando una priorità, la ricerca di sicurezza non implica soluzioni necessariamente rigide da un punto di vista estetico – strutturale. Naturalmente, ci sono condizioni che – oggettivamente – rendono una casa meno suscettibile di tentativi di furto. Uno tra tutti, è il posizionamento: un appartamento al sesto o settimo piano di un condominio risulta meno esposto. Tuttavia, il grado di esposizione dipende anche dal punto di accesso – si pensi alle abitazioni dotate di porte o finestre che affacciano su scale esterne o terrazzi. Un altro esempio riguarda la scarsa illuminazione di determinate aree, sia centrali, sia periferiche. In quei casi, ogni abitazione potrebbe essere vulnerabile, specie in presenza di ladri piuttosto abili e scaltri.

Sistema antieffrazione e vivibilità

Se è vero che non esistono edifici o abitazioni immuni al 100% dal rischio d’effrazione, è possibile sentirsi più sicuri già adottando accorgimenti preventivi. Come l’integrazione di sensori d’allarmi in scuri e avvolgibili, che scattano prima ancora che il malvivente tenti di forzare la finestra. Esistono sul mercato luci o sensori che rilevando il movimento si accendono automaticamente in presenza di un potenziale ladro. Le luci attivate dal movimento scoraggiano i ladri in tre modi

  • L’estrema visibilità, dato che una volta accese chiunque può vedere il ladro.
  • disorientano l’intruso a causa dell’illuminazione improvvisa

I sensori di questo tipo sono sistema antieffrazione versatile perché l’utente può installarli anche all’interno. I sensori rilevano ospiti indesiderati o ingressi non autorizzati. In ogni caso, sarà meglio

  • posizionarli distanti da oggetti che ne bloccano la visuale, e lontano dalla portata di animali domestici
  • collocarli lontani da fonti di calore per evitare un falso allarme

La normativa europea

La qualità degli infissi è una peculiarità in tutte le case dove è importante installare un sistema antieffrazione efficace. Tutti sanno che porte e finestre dotati di dispositivi di sicurezza costituiscono un deterrente per i malintenzionati. Non tutti ricordano l’esistenza di criteri e parametri per definire il grado di protezione dei serramenti. Sono tutte misure contenute nella normativa europea di riferimento, la SN EN 1627, che stabilisce sei classi distinte per valutare il livello di sicurezza garantito. A fare la differenza è il parametro della resistenza. Perché se è vero che non esistono sistemi impenetrabili o infallibili, è altrettanto incontrovertibile che gli infissi antieffrazione scoraggiano le attività criminali dei malintenzionati. Data questa premessa, le norme attualmente in vigore distinguono le prime due classi – riferite alle abitazioni civili – da quelle successive. Infissi certificati secondo classi di sicurezza superiori sono raccomandati e obbligatori per edifici sensibili come ville prestigiose, banche, musei.

Resistenza che fa la differenza

La verifica del grado di resistenza a tentativi di scasso avviene grazie a una serie di test. In ogni test ci sono simulazioni effettuate; dapprima, senza ricorrere ad alcun tipo di attrezzo. In seguito alle prove fisiche subentrano strumenti via via più potenti per forzare gli infissi. In base al tempo di resistenza, si stabilisce qual è la classe antieffrazione di un determinato infisso. La prima classe, la prima delle due relativa alle abitazioni civili, si distingue perché

  • l’infisso deve essere in grado di resistere a calci, spinte, spallate, tutti tentativi di attacchi manuali
  • porte e finestre che comunque rientrano nella categoria RC1 garantiscono solo una resistenza base, e sono vulnerabili se si usano strumenti rudimentali.

Per ottenere la seconda classe di certificazione, i serramenti devono resistere almeno tre minuti all’ingresso di ladri che utilizzano attrezzi semplici, come pinze o tenaglie.

Sistema antieffrazione, le classi superiori

Infissi che appartengono alla classe due rappresentano il sistema antieffrazione più comune in edifici residenziali o abitazioni private meno soggette a tentativi di scasso rispetto a costruzioni più in vista. Quindi, a case o ville particolarmente prestigiose, dove i serramenti devono corrispondere quantomeno ad una classe 3. Finestre e porte di musei, banche, attività industriali e commerciali di alto valore devono contrastare il più possibile ogni tentativo di ingresso portato avanti con attrezzi progressivamente più sofisticati. Pertanto, un infisso deve ottenere una certificazione superiore per poter essere considerato sistema antieffrazione efficiente, come

  • La classe 4, certificazione che spetta a infissi in grado di opporre resistenza per almeno 10 minuti a tentativi di scasso con utensili elettrici, martelli grandi, incisori
  • La classe RCS 5, laddove il tempo di resistenza garantito deve essere pari a 15 minuti
  • La classe sei, in grado di opporsi a malviventi che utilizzano mole o strumenti molto potenti

Una valutazione flessibile

Come si evince dalla classificazione, un inquilino proprietario di uno spazio abitativo non deve necessariamente dotarsi di serramenti appartenenti alle classi superiori. L’importante è che gli infissi abbiano almeno la certificazione RCS 2. Naturalmente, nei casi in cui il quartiere o il contesto residenziale suggeriscano – per diverse ragioni – la necessità di ricorrere a porte e finestre con una più alta certificazione, gli utenti potrebbero valutare – come sistema antieffrazione – l’opzione di classe 3 o 4 per sentirsi ugualmente tutelati e protetti.